Biografia

All’insegna del gioco sono tutte le mie opere: “ludico” come concetto declinato in una molteplicità di significati. Si va dal gioco inteso come trastullo infantile (sfogo liberatorio di creatività, di un approccio innocente e aperto al mondo) al gioco inteso in senso di dialettica ed a volte di forte conflittualità sociale tra le regole messe in atto dal semplice giocatore e dai suoi avversari. In questo caso l’intento è quello di mettere in atto una riflessione universale tra l’essere introspettivo ed il mondo che ci circonda. Gioco con il mio passato, con il mio presente ed il mio futuro. In determinate circostanze può essere che un'allusione sia ad un game (over), dove le regole del gioco sono ben strutturate o nello stesso tempo ad un play, dove il giocatore o semplicemente l’uomo in senso generale (svagandosi in modo disinteressato) possa agire liberamente senza finalità di vittoria.
In certe opere prevale il linguaggio meta-linguistico; in fase progettuale e ideativa cerco sempre di stabilire e costruire un gioco di parole che sia paradossale e nello stesso tempo lo metto in relazione a dei materiali/oggetti che, in seguito, vengono assemblati componendo semplicemente delle immagini irreali e sognanti.
Altre volte, prendendo in considerazione una semplice citazione letteraria, un proverbio, una metafora, li rielaboro giungendo spesso a creare delle contraddizioni mentre vado ad originare un’opera stravagante attraverso la costruzione di una messa in scena.
Molto spesso nelle opere riutilizzo in modo poetico e ironico oggetti prelevati dal contesto quotidiano prediligendo particolarmente i materiali provenienti dai processi di riciclaggio e gli oggetti démodé. In particolare, mi rivolgo all’oggetto- giocattolo.