Ecco la ricetta:
Il disarmante e autentico misticismo della produzione dell'artista toscano inventore della pittura è tutto nella composizione chimica di quell'universo cromatico che ha attraversato svariati secoli, continuando a raccontare del divino agli umani, si, ma attraverso la celestiale perfezione della biologia terrestre. Già, perché «proteine di latte bovino sono state identificate nei frammenti degli affreschi di Giotto, caduti dalle volte della basilica superiore di San Francesco d'Assisi, nel terremoto del 1997» come ha svelato nel corso di un convegno sull'evoluzione biologica promosso dai Lincei - il professor Pietro Pucci del dipartimento di Chimica organica e biochimica della Federico II di Napoli. E il disarmante ingrediente segreto dell'alta cucina del «più sovrano maestro stato in dipintura» induce all'acquolina in bocca. Che s'accompagna alla già solenne visione di queste Madonne di latte e colla di pesce. Si, perché in passato il goloso Pucci scovò tracce del tipico collante usato dalle casalinghe per indurire l'altrimenti floscio cheesecake, nel fondamentale supporto delle aureole di oro con cui il Maestro incanta il globo da 800 anni.
A questo punto l'etichetta di un Giotto, oggi, conterrebbe la seguente dicitura: «Realizzata in una bottega ove si utilizzano, sovente, ali di pollo, lische di merluzzo e nocciuoli di oliva tostata a gas». Sicuramente. Perché il ricettario di questo Vissani del Medioevo è ricco di altri naturalissimi e succulenti elementi gastronomici (tutti rigorosamente, organici): «Oltre al latte, estratti d'aglio o di uova, altre proteine animali: sostanze che venivano utilizzate per legare meglio i colori» aggiunge il puntuale Pucci. Che annuncia una imminente pubblicazione di letteratura scientifica circa codesta gustosa ricerca di interazioni molecolari che ha permesso di scovare questo supremo inventore dell'Happy hour che fu anche, contestualmente, l'inventore della moderna pittura, nel senso di pittura su committenza. E, anche se, probabilmente, la pittura nasce perché nasce la committenza, cioè la più ricca committenza di tutti i tempi, ossia la Chiesa, Giotto resta un fenomeno. Perché, facendo nascere i colori in un supermercato, chiuse il Medioevo.
Visivamente, si pensi a una sorta di Arcimboldo all'incontrario. O, per dirla con Hegel, un pioniere del barocco contemporaneo: «nel contenuto stesso della sua pittura scrisse il filosofo tedesco - fu così implicita la naturalezza delle figure corporee, la presentazione di caratteri definiti, di azioni, passioni, situazioni, atteggiamenti e movimenti che venne via via perdendosi, relativamente parlando, quella grandiosa e sacra austerità posta a fondamento nei gradi maggiori dell'arte precedente. Il mondano prese posto e si estese; e, secondo lo spirito del tempo, anche Giotto, accanto al patetico, accolse il burlesco». Lo stesso Hegel avrebbe in seguito annotato come «Giotto mutò la maniera stessa di preparare i colori fino ad allora usata, e mutò il concetto e le direttive della rappresentazione pittorica» (Il testo è il medesimo. Si tratta di "Vorlesung ùber die Aesthetik", 1829).
Giotto, dunque, un genio da gustare.
Fonte: www.ilsole24ore.com




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