Mostre, Frosinone, 10 July 2015
Stefania Scala
'Menti mi attraversano'
10 Luglio - 22 Luglio 2015
Villa comunale Frosinone
Via M. T. Cicerone - Frosinone
Inaugurazione 10 Luglio 2015 ore 18.00
Orario mostra dalle 10.00 alle 13.00
dalle 16.00 alle 20.00
La personale di Stefania Scala propone una lettura inedita della sua ricerca pittorica: da “Assorbenza" una delle prime opere di quest’artista, nata a Isola del Liri ma residente a Frosinone (dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti), alle più recenti grandi tele che ci presentano una compiuta analisi dell’arte pittorica contemporanea. E se “Assorbenza" rappresenta un nudo maschile alla ricerca di spazi perduti, “Lo sguardo scivola/ a raccogliere l’impronta del cielo” e’ un’opera che disegna una sorta di cupola, suggerimento anche per l’architettura moderna, che farebbe la sua figura anche all’Expo milanese. Le opere di Stefania Scala sono una serie di racconti, un viaggio nell’immaginario collettivo, un oculato spirito di osservazione della vita, una mentalità aperta all’indagine, una ricerca che sviluppa una forte sensibilità estetica ma anche un urlo lanciato in una piazza, un atto di accusa pronunciato in pubblico, un operare che non lascia indifferenti. Efficienza, innovazione sono gli stimoli che Stefania Scala ci propone, stimoli che contengono una forte carica emotiva e sociale, qualcuno ha detto "come un sorriso in mezzo alle macerie", che rende la Villa Comunale luogo di incontri e di scoperte. Un viaggio oltre la realtà dove e’ fondamentale il segno, come in “Mini/me" e in “Tra le stelle”, dove e’ determinante il tratto in un romantico sogno in blu. Oppure in “Poesia” e in “Montagne silenziose” in cui e’ predominante il peso e il senso delle parole. Così si passa dal terrificante “Eco nelle bocche blu” a “Liquida…un attimo e il fiume” con un drammatico volto di donna sul fuoco di un fiume in fiamme che incendia il mondo. Ed ancora “Occhi”, “Sale” e “Sense”, un mondo di richiami, di allusioni, di scarti imprevedibili e di sequenze che rivelano l’urgenza interiore di una ricerca nello spazio e nel tempo. Per finire con “Dissolvenza - Autosufficiente il maschio abbraccerà se stesso” dove lo stesso titolo rivela la decostruzione, l’evanescenza, l’epilogo di una visione del contemporaneo disillusa e costernata, ma anche un invito a trovare soluzioni per un mondo migliore.
Alfio Borghese
Il confine che non è solo di ‘piano’ (di superficie) ma è della stessa profondità, fino a coinvolgere la tela stessa (siamo all’argomentazione d’avvio) che nell’arte (non solo pittorica) di Stefania Scala lascia sperimentare l’intravisto: la visione mediata da corpo di trama (che media).Conseguente è lo sgretolarsi dell’idea statica di ‘forma’, ossessivamente legata al problema dell’identità. Il percorso che stiamo seguendo, ha consentito l’individuazione dei più diversi ambiti di connessione dell’accadere, del divenire (crescita/vita) dove la scultura si fa ambiente, la parola è segno. La parola, il segno, le opere, nelle loro relazioni di spazio e di tempo, vivono della propria auto significazione ma anche della relazione (in forma di rimandi) attraverso la visione che non si spegne di fronte al non esser(ci). Permane nell’accadere (pittorico). Il soggetto, nelle opere di Stefania Scala, si mostra (si “rivela”) e lascia che il mostrarsi sia ripercorrere la propria genesi, la sua materia (dei propri attraversamenti), da cui la non-staticità delle figure e non-‘contornabilità’, non ‘riempibilità’. Il soggetto (non più rappresentato) ‘è’, prima dell’atto che (solo perché pittoricamente) genera. La luce dà corpo ai vuoti (assenze in superficie): ne specifica la significatività, fa della ricerca (per esigenza del corpo) una porta d’accesso per la visione che chiede sguardi attratti da (questo) corpo per non guardare ‘forme’, ma pittura che concepisce e cresce.
Alessandro Pitrè

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login