passato ha il colore del bianco, che domina incontrastato sulle opere, talvolta anche solo come semplice traccia, irrompe
attraverso pennellate scure che non riescono mai a soffocarlo.
Il bianco del passato è tramandato attraverso le pagine ingiallite di vecchie lettere, che raccontano e nascondono allo
stesso tempo i ricordi di fanciulla, dalla stoffa, a volte merlettata quasi barocca alle fotografie recuperate da un passato
mai troppo lontano.
Una fitta trama di suggestioni mnemoniche è riconoscibile nei tableaux di Françoise. Le sue tele sono luoghi che
ospitano frammenti di eventi lontani, che contrastano e nello stesso tempo si arrendono a forti pennellate di colore. È un
passato che nonostante tutto, tenta di spingersi oltre gli spazi ordinari, e quasi violentemente si fa scoprire. Ricorrono
motivi fanciulleschi che incidono colori pastosi, un animo d’infante che permane.
Laetitia si affida soprattutto a ricordi di immagini estemporanee fissate sulla tela con colpi di colore forti. È un vento
invernale che scava profondamente sul quadro e nell’osservatore. Il bianco è modellato dalle sinuose e decise
pennellate che fermano il tempo per un istante. Le figure femminili sono bambine con sguardo interrogante e un piglio
deciso, una piccola donna che non vuole crescere, imprigionata in un corpetto vezzoso, che profuma di antico.
Quest’esposizione è un mosaico complesso di ricordi, poiché è l’arte stessa che emerge dal nostro inconscio
fanciullesco, dal nostro universo di ricordi dimenticati e mai perduti. Il passato sfiora la tela con pennellate leggere, la
buca con incisioni decise, rimanendo sempre e comunque il filo conduttore delle opere. Le stagioni della vita si
susseguono e si incrociano, tra calde estati e inverni gelidi, creano veri e propri microclimi, microcosmi intorno ai quadri
stessi, tanto che lo spettatore non può fare a meno di rimanerne in qualche modo trasportato. Françoise e Laetitia ci
trascinano dolcemente tra i colori della loro infanzia, tra i profumi del loro passato.
La fantasia non è altro che memoria.
Sara Todeschini
Françoise Calcagno Art Studio
Campo del Ghetto Nuovo 2918 Venezia
Fino a sabato 5 marzo 2010
Orari: da Lunedì a Sabato 14.00/18.00
[giorno di chiusura: Giovedì]







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