Una stanza della casa diventa luogo visionario, d’evocazione soffusa o violenta di frammenti visivi e sonori che costituiscono quattro grandi dilatazioni temporali, emotive, sensoriali. Quattro momenti che, come capitoli fusi l’uno nell’altro, delineano un viaggio che attraversa tappe mai fisse ma mutevoli.
Lo spirito del live, che lascia largo spazio alla manipolazione estemporanea dei frammenti, fa si che l’esperimento sia sempre unico e diverso ad ogni esecuzione, cancellando così l’immutabilità del già accaduto, l’arida ripetizione della ripetizione, la routine esecutiva. Il frammento come registrazione di un passato è già trasfigurazione dell’accaduto, una sua emanazione spettrale, e nella rievocazione di quei frammenti viene strutturata una visione sempre nuova.
Si presenta così un passato mai uguale a se stesso, testimone della nostra evanescenza nel presente.






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