Oltre ad essere usata per spugne, isolanti per finestre e numerose altre applicazioni, essa rimane più sconosciuta all’arte. Questa materia non conta molto ma l’artista di Francoforte Fabrizio Sanna la ama e la usa lo stesso. I suoi nuovi lavori sono attratti da questo materiale.
La schiuma si spruzza con l’iniettore, si gonfia e si espande in diversa misura. Nei nuovi quadri essa nasconde strati dipinti ma, allo stesso tempo, forma un nuovo e bizzarro paesaggio. Sanna riesce a trasformarla e, da un prodotto industriale, ne ricava una materia di fantasia.
L’arte per Fabrizio è ancora un campo da gioco. Nonostante egli unisca ancora una volta la musica, il pop, la pittura e la propria vita, nei suoi nuovi lavori si può notare un processo di cambiamento. Il lavoro con la schiuma ricorda maestri della storia dell’arte quali Arman uno dei più stimati da Sanna. Il co-fondatore del Nouveau Réalisme apparteneva a quelli artisti che nei primi anni sessanta integravano gli oggetti di consumo quotidiano all’interno dei loro lavori, come ad esempio la serie dei “Poubelles”: casse di plexiglas con dentro mondezza e oggetti di scarto.
Quando oggi Sanna lavora con la schiuma o con altri elementi comuni quali pennelli, cavi, matite e circuiti elettronici, crea, al tempo stesso, un interrogativo ironico che ci circonda quotidianamente.
I suoi lavori racchiudono sempre la stessa idea: l’antiaccademia e la creazione impulsiva. In ogni sua tela si cela il pittore stesso- e questo letteralmente: in alcuni dei nuovi lavori egli ha integrato alcune foto di famiglia e fotografie della Sardegna, la sua terra.
Accesi e cosi splendenti come la luce nel sud dell’Italia sono anche i nuovi quadri- o si può parlare già di scultura? Molti dei nuovi lavori si possono anche esporre attraverso un piedistallo: essi saldano il rapporto tra pittura e scultura in maniera moderna.
Nuovamente stupisce ciò che Sanna trasforma con l’arte. Una banconota americana piegata che raffigura una vista delle torri gemelle di New York- la tela l’ha chiamata “Moneda Nacional”.Oppure “Paesaggio Informale 2”, una piccola tela dove vi ha incollato una confezione di pastiglie medicinali.”Domino Ten” racchiude un elemento riscontrato nei vecchi lavori: il tassello da domino-simbolo di gioco creativo.
Su questi lavori si può peregrinare e contemplare. Sono ancora un campo da gioco, un terreno. Comunque i quadri e le cose cambiano. Ora si possono scoprire nuovi paesaggi. Forse ricordi della sua terra, della natura, dell’infanzia con la quale si scruta il mondo con occhi più grandi. Sono i colori forti e puri dei primi anni di vita che Sanna fa riemergere. Per noi è un piacere seguire queste innovazioni.
Marc Peschke, storico dell’arte, giornalista musicale.
www.marcpeschke.de





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