La Funzione d'onda
Mostra, Milano, 10 February 2015
Competenze: Alloggio, Studio Artistico, Spazio Espositivo, Deoposito, Luogo per Meeting, Location finder, Trasportatore, Allestitore, Critico, Curatore, Gallerista, Assistente galleria, Fotografo, Ufficio stampa, Giornalista, Grafico stampa, Sponsor, Investitore, Tecnico audio, Tecnico video, Tecnico luci, Elettricista, Pulizia, Furgone, Attrezzatura Fotografica, Attrezzatura Video, Illuminazione, Microfono / Casse / Audio, Proiettore / Schermo, Materiale per allestimento, Materiali per realizzazione opere
È un’istallazione che si interroga sui concetti esposti dalla fisica quantistica, l’uno e il molteplice, cosi come l’incontro dell’altro, che determina indivisibili vissuti che pur subendo le leggi della distanza non possono far a meno di interagire reciprocamente determinano nuovi interrogativi sul tempo e sul concetto di finito.

Un cerchio in alluminio cromato del diametro di 2 metri gira perpetuamente su un piccolo pontile composto da assi di legno grezze.

Entrando nella stanza lo spettatore non riesce a percepire il movimento del cerchio, ma istintivamente, viene invogliato, vedendo dei piccoli gradini, a percorrere un pontile, di dimensioni 2m di lunghezza X 1,20 m di larghezza.

Quando lo spettatore si trova nel centro del cerchio, in corrispondenza del suo diametro, grazie ad un sistema di piccole sonde, dal bordo interno del cerchio fuoriescono dei raggi di luce che percorrono dolcemente il corpo del fruitore, provocando una sensazione di benessere e abbandono .

Si percepisce subito che ci si trova al centro di un ipotetico mandala artificiale divenendo parte di un perenne movimento generatore di infinite possibilità.

I fasci di luce sono collegati a piccole telecamere wi-fi poste all’interno del cerchio che percorrono, insieme alla luce, il corpo delle spettatore catturandone i particolari.

Tutto è essenziale, i capelli che cadono alla rinfusa sulla schiena, la scarpa non allacciata o forse macchiata, le mani che si muovono per cercare nuovi spazi, tutto è eternamente presente nella “funzione d’onda”.

Le telecamere rimandano il segnale carpito ad un proiettore nascosto all’interno del pontile di legno, sul proiettore è istallato un piccolo sistema di specchi concentrici che rimandano le proiezioni scomposte e moltiplicate su tutti le pareti della stanza,.

Ecco che infinite mani, occhi, naso, capelli iniziano ad espandersi nello spazio circostante divenendo costellazioni, spazi, infinite possibilità di sguardo.

Lo spettatore si trova a girare su se stesso per analizzare anche le parti più nascoste del suo corpo e diviene immagine, illusione, luce.

La funzione d onda vuole creare un tempo non tempo, un nuovo spazio nello spazio, vuole forse invitare all’osservazione lo spettatore , che ancora non ha fruito l’ istallazione, sul magnifico e variegato mondo che presenta l’altro , e forse quegli occhi estranei , quelle mani non toccate resteranno indelebili nel ricordo dell’altro al di fuori di noi che tutto è meno che distanza.



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