mondokreato
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Mario D'Alessandro34dell'esistenza" dell'epoca del Mondo creato.6Esiste però un'altraprospettiva, un altro approccio che giustificherebbe il Mondo creatocome espressione non della stanchezza del Tasso, ma di una sua ricercacostante delle basi teoriche del linguaggio poetico. Questo approccio sifonda in maggior parte sulle riflessioni del Tasso intorno alla naturadell'elocutio poetica, ovvero della lexis aristotelica, e il suo rapporto conil mondo delle cose, con il mondo della natura.Per il Leo, Tasso è giustamente il poeta del "realismo intellettuale,"un realismo che "l'ha reso aristotelico malgré lui."7Questa visione delTasso quale poeta realista non ha però implicazioni del tutto negativese la si vede come una predisposizione verso una ricerca costante dellaresoluzione sia teorica che poetica del problema del rapporto fra verbae res, fra la forma di ogni enunciato poetico e il suo contenutofilosofico, morale, religioso. Invece di una prospettiva che cerca dirisanare il valore poetico del Mondo creato partendo da un'analisi delmeraviglioso tassesco, preferisco qui partire da un'analisi dellariflessione tassiana sull'elocutio poetica. Ciò non significa negarel'importanza del "meraviglioso" per lo svilupparsi e l'evolversi sia dellapoesia che della teoria poetica del Tasso. Come vedremo, il valore delgiudizio del Leo intorno all'importanza del "meraviglioso" per il Mondocreato è innegabile. Se il Leo ci dà nei brani citati qui il fine dellaricerca poetica del Tasso del Mondo creato, in questo saggio intendoindividuare un altro possibile, e complementare, punto di partenzateorico per una giusta comprensione dell'ultima grande opera del poetadella Liberata.Non molto è stato scritto sulla teoria tassiana dell'elocutio, _9; dellalexis aristotelica, in rapporto al Mondo creato.8Il punto cruciale dellateoria tassiana del linguaggio poetico si trova nel quarto libro deiDiscorsi del poema eroico:[...] le parole sono imagini de' concetti, i quali sono nell'animonostro, come dice Aristotele; e i concetti delle cose che son fuoridel'intelletto. Le parole adunque sono imagini delle imagini, peròdeono assomigliarli; e benché il concetto, il quale è quasi un parlareinterno, sia fatto in uno istante, le parole nondimeno sono pronunziatein qualche tempo; e 'l tempo è numero, laonde il numero ancora sidee considerare nelle parole. Tre condizioni dunque concorrono inqueste che noi dimandiamo forme del parlare: le parole (quasi materiache dee ricever la forma), il numero, e 'l concetto, _9; sentenza chevogliam dirla.9
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