L'impotenza dell'onnipotenza

L'impotenza dell'onnipotenza

L’opera è una critica al desiderio di onnipotenza dell’uomo, alla volontà di essere superiore ai suoi simili e alla Natura, all’ostentazione del di più, del superfluo. E’ una figura che si innalza ben oltre i propri limiti, la propria fisicità e dimensione fino a rimanere intrappolata in una dimensione che non le appartiene, dove perde di consistenza, diventando quasi incorporea ed evanescente. E’ priva dei piedi che sono immaginati ancorati alla terra e allo stesso tempo con un braccio sta già sprofondando nel buio e nel vuoto. Lo spaccato di questo contrasto è un cumulo di frammenti di specchi che riflettono il calpestio troppo violento di un uomo incontentabile e rispecchiano ciò che la sua volontà ha creato, o per meglio dire, distrutto. Il blocco-trappola di resina ha la forma del simbolo universale dell’infinito; è il paradosso dell’uomo che nella sua infinita bramosia di dominio, trova la sua stessa fine.La scultura è riflettente a significare che lo stesso spettatore potrebbe essere il soggetto dell'opera, guardandosi allo specchio.


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