Quel che resta del mare
Queste fotografie rappresentano il desiderio di reagire ad un momento difficile e di ricongiungermi a me stessa attraverso il rapporto intimo col mare. Da siciliana, tutto il mio lavoro si basa sulla memoria: filtrare i ricordi, raccogliere e fotografare oggetti ritrovati sulle spiagge, come fossero i pezzi di un puzzle da ricostruire per ritrovare un senso profondo di unità interiore, di completezza. Scheletri calcarei, carapaci, legni e radici si mescolano ai rifiuti plastici, metallici, vitrei, lavorati dal tempo e dall’acqua e trasformati in altro. Quel che resta del mare è anche una denuncia: stiamo svuotando il Mare Nostrum, minacciando per sempre la sua ricchezza e biodiversità. Dobbiamo trasformare i rifiuti in risorse e restituire al nostro mare, al suo enorme patrimonio storico e culturale, la dignità e la ricchezza che merita.
Quel che resta del mare
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Quel che resta del mare
Queste fotografie rappresentano il desiderio di reagire ad un momento difficile e di ricongiungermi a me stessa attraverso il rapporto intimo col mare. Da siciliana, tutto il mio lavoro si basa sulla memoria: filtrare i ricordi, raccogliere e fotografare oggetti ritrovati sulle spiagge, come fossero i pezzi di un puzzle da ricostruire per ritrovare un senso profondo di unità interiore, di completezza. Scheletri calcarei, carapaci, legni e radici si mescolano ai rifiuti plastici, metallici, vitrei, lavorati dal tempo e dall’acqua e trasformati in altro. Quel che resta del mare è anche una denuncia: stiamo svuotando il Mare Nostrum, minacciando per sempre la sua ricchezza e biodiversità. Dobbiamo trasformare i rifiuti in risorse e restituire al nostro mare, al suo enorme patrimonio storico e culturale, la dignità e la ricchezza che merita.
Quel che resta del mare
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Quel che resta del mare
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Quel che resta del mare
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Quel che resta del mare
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