ANSELMA
Quando ero bambina, capitava spesso che chi conosceva mio padre ritrovasse in me i suoi lineamenti e chi conosceva mia madre ugualmente. Allora trovavo questa cosa molto divertente. Effettivamente, in un volto si può leggere la genetica di millenni - un formidabile esempio di rimescolamento, recupero e rimodulazione del materiale genetico di tante generazioni, passate e presenti - ma anche la poliedricità di un carattere e i segni dell'esperienza vissuta. Un'ottima opportunità per cimentarmi come di consueto in un'opera che riutilizza materiali di recupero, come le pellicole radiografiche e i rami di vite insieme con materiali nuovi come il decofix. In questo caso, ANSELMA è una sorta di autoritratto che mi rappresenta nell'insieme dei materiali e del loro impiego; può stare sospesa in aria o accasciata a terra, è fatta di molte pellicole radiografiche per leggere "dentro"; qualche ricciolo rosa per la femminilità; qualche ricciolo a quadretti bianco/blu per il ruolo nello spazio familiare; qualche frangia mimetica militare per la parte guerriera, un po' di pelle di serpente, qualche filo di pizzo rosso ciliegia per la sensualità, poco prato finto con le bustine del thè che bevo ogni giorno e una piccola collezione di esseri umani stampata su frange azzurre, qualche lettera ebraica sovrapposta alle lettere usuali e qualche ramo di vite per le mie origini. E' da questa mescolanza che nasce il mio volto e l’energia del quotidiano.
ANSELMA
Quando ero bambina, capitava spesso che chi conosceva mio padre ritrovasse in me i suoi lineamenti e chi conosceva mia madre ugualmente. Allora trovavo questa cosa molto divertente. Effettivamente, in un volto si può leggere la genetica di millenni - un formidabile esempio di rimescolamento, recupero e rimodulazione del materiale genetico di tante generazioni, passate e presenti - ma anche la poliedricità di un carattere e i segni dell'esperienza vissuta. Un'ottima opportunità per cimentarmi come di consueto in un'opera che riutilizza materiali di recupero, come le pellicole radiografiche e i rami di vite insieme con materiali nuovi come il decofix. In questo caso, ANSELMA è una sorta di autoritratto che mi rappresenta nell'insieme dei materiali e del loro impiego; può stare sospesa in aria o accasciata a terra, è fatta di molte pellicole radiografiche per leggere "dentro"; qualche ricciolo rosa per la femminilità; qualche ricciolo a quadretti bianco/blu per il ruolo nello spazio familiare; qualche frangia mimetica militare per la parte guerriera, un po' di pelle di serpente, qualche filo di pizzo rosso ciliegia per la sensualità, poco prato finto con le bustine del thè che bevo ogni giorno e una piccola collezione di esseri umani stampata su frange azzurre, qualche lettera ebraica sovrapposta alle lettere usuali e qualche ramo di vite per le mie origini. E' da questa mescolanza che nasce il mio volto e l’energia del quotidiano.










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