Frammenti di paesaggio

Frammenti di paesaggio

Esprimo la mia totale adesione agli esiti dei cromatismi nella ricerca d’arte di Giulio Cesare Matusali, al suo modo di combinare le “tessere” dei suoi mosaici postmoderni nei quali l’osservatore (o il fruitore) gioca un ruolo attivo, potendo a sua volta ri-combinare le stesse tessere, senza alterare la generale economia estetica di un’ opera d’arte.
Nella ricerca d'arte di G.C. Matusali se una divagazione dev'essere adottata come 'divagazione finale' essa non può che esser questa: non dev'essere il ' ragionamento' a guidare il giudizio dell'osservatore. A guidarlo devono essere le sue passioni e le sue emozioni estetiche
Ri-propongo, insieme al pittore, questa sorta di “manifesto” per l’interpretazione della sua ricerca artistica:
Filosofia del Frammentismo: verso una nuova Estetica nella ricerca artistica di Giulio Cesare Matusali:
In quanto complesso fenomeno artistico-filosofico-edonistico-sociale, l’arte di G. C. Matusali è rivolta verso forme giocose, disgiuntive, dislocate, indeterminate. Questa stessa arte va verso una poetica di “frammenti” e fa di una ideologia della frattura e di una volontà di disfacimento le basi delle artistiche invocazioni del “silenzio”, ma senza esclusioni delle antitesi e dei contrari.
– I segni dello sfacelo sono la cifra di autenticità dell’arte contemporanea1.
– Dalla “morte di Dio”2 e dalla crisi della visione platonico-cristiana, l’arte contemporanea registra la fine del “centro” e della “verità dogmatica”, con la conseguente deflagrazione del senso.
– L’arte contemporanea assume il “frammento” come sigillo nella condizione attuale del mondo3 e della moltiplicazione della prospettiva.
– Il “frammento” è l’intervento della morte nell’opera d’arte4.
– La filosofia del “Frammentismo” non è una tecnica ma è la visione del mondo dell’Artista.
– Il frammento quindi è nella nuova estetica la Weltanshauung dell’artista, da tradurre in opera d’arte. Anzi, ne è lo stato d’animo�e il modo stesso dell’artista di sentirsi egli stesso “frammento” nel mondo.
– Il ‘Tutto” è ormai frantumato, disperso. Può essere ritrovato soltanto in forma di frammento.
– Il frammento, dunque, come parte del ‘Tutto”, ma come parte compiuta e finita.
– Pertanto, spostando nell’opera su una tela un frammento da una posizione a un’altra, l’economia estetica generale dell’opera rimane intatta, inalterata.
1 Theodor W. Adorno, Teoria Estetica, (a cura di F. Desideri & G. Matteucci); collana Piccola biblioteca Einaudi – Nuova serie; Einaudi (2009). ISBN-13: 9788806199555.
2 Friedrich W. Nietzsche, La Gaia Scienza, (versione di Ferruccio Masini - a cura di Gianni Vattimo); collana Piccola biblioteca Einaudi – Classici; Einaudi (1979). ISBN 9788806207595.
3 Alessandro Alfieri, Frammenti della catastrofe, collana Atlas; Ed. NOUBS (2013). ISBN 978-88-86885-38-6.
4 Michel Foucault, Le parole e le cose, collana La Scala. Saggi; Ed. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (1998). ISBN 978-88-17-11280-1.
Rifondando l’opera d’arte (o distruggendola) la morte da essa elimina la macchie storiche dell’apparenza e già sul finire degli anni ’70 del Novecento, avvertendone le avvisaglie, l’artista lascia intravvedere fin da allora le scaglie, le tracce, i veli, le stratificazioni, le frecce, i graffi.
L’opera nell’arte contemporanea fondata sulla filosofia del frammento annulla l’effetto d’ogni dislocazione sulla tela d’un frammento da un punto a un altro e conserva inalterata tutta la sua resa estetica poiché tale filosofia assume l’assioma che “ogni frammento contiene in sé il tutto disgregato”.
Non l’arte contemporanea è in crisi, ma è la crisi nell’arte contemporanea. Ciò impone un rapporto nuovo tra arte e vita, tra arte e spazio, tra arte e tempo. Passando dai luoghi antropologici ai non-luoghi, il frammento diviene il luogo privilegiato della nuova estetica e la filosofia del frammentismo segna la crisi di un “linguaggio unico”, invoca l’astigmatismo scenografico, impone la necessità d’ uno spazio espressivo integrale.
Nello spazio espressivo di G. C. Matusali soltanto le immagini dialettiche sono per l’artista autentiche e il luogo in cui le si incontra è il linguaggio. Cioè, nel suo fare artistico le immagini si danno soltanto in “costellazioni”, vale a dire in “mosaici”. In tali mosaici ciascuna tessera equivale a un “frammento”.
Il punto di vista estetico ha smarrito il suo baricentro. L’artista legge la misantropia per l’arte come sottoprodotto inevitabile di quella “Estetica” che subordina l’arte al “politico”. Nel linguaggio dell’arte contemporanea, l’artista domina la dialettica contraddizione/conciliazione tra l’extra-estetico e tutto quello che ha trovato forma compiuta, adottando come suo territorio artistico lo spazio espressivo di intersecazione fra il luogo natutale ed il luogo artificiale delle forme. L’esito artistico diviene così il prodotto finale del rapporto di contiguità-discontinuità-irraggiungibilità dell’archetipo, superando, nel fare artistico post-moderno e post-contemporaneo, i segni della teoria dell’Arte platonica (“Arte come imitazione di una copia dell’archetipo”) * Vedi: Ivana Matteucci Il postmoderno larica.uniurb.it/scss/files/2011/03/Il-postmoderno.pdf.
Nella immagine dialettica temporalità ed eternità si fondono e passato e presente si amalgamano poiché l'immagine viene considerata dall'artista come "dialettica nella immobilità".
Nella parentesi dell'arte "gestuale" che riguarda l'intero ciclo delle cosiddette "Maglie", l'artista traccia miocineticamente il segno prima ancora di conoscerne il significato.
Nell'arte gestuale, un unicum nel panorama dell'arte contemporanea, viene invertito il rapporto"segno-significato" e Giulio Cesare Matusali non procede dal significato al segno, ma dal ' segno' al 'significato', continuando a fissare lo sguardo sui frammenti per dedurne immagini dialettiche come autentiche immagini che non sono più 'immagini arcaiche'.
Da qui la frammentazione delle immagini, lo scolorirle, il velarle, distruggendole e ricreandole, nella piena libertà di scrivere storie nelle storie, sperimentando senza filtri né inibizioni nuovi linguaggi nei linguaggi della simmetria spazio-temporale.
Spezzando tale simmetria si genera un evento artistico. E tale evento è l’opera stessa.
Gino Rago – Giulio Cesare Matusali

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