IL GRIDO
Nell’oscurità della notte, la consapevolezza del distacco dell’ombra nel fermarsi del respiro.
Passata la furiosa tempesta, nel grave silenzio e desolante vuoto l’aria è pesante e il sole cocente; difficili se non impossibili i passi… che n’è stato del fruscio che raffrescava il cammino nell’ombra intrecciata da mille richiami?
Nella devastazione si è perso l’orientamento e parte importante della nostra storia.
Cercare il senso nel violento e spietato insegnamento della materna Terra, interpretandolo, diventa l’unico possibile futuro per la nostra sopravvivenza.
Quest’opera vuole stimolare un momento di profonda riflessione sui fenomeni devastanti che stanno avvenendo in natura su tutto il pianeta. Fonte d’ispirazione è stata la tremenda tempesta Vaia del 2018, che ha colpito una superficie molto vasta del nord-est d’Italia distruggendo milioni di alberi.
Vedere le immagini dell’accaduto e ritornare nei boschi che frequentavo, trovandoli stravolti nella loro fisionomia al punto da non riconoscerli più, mi hanno provocato una profonda tristezza e grande senso di estraneità che si confrontavano con lunghi momenti di pace e rilassamento vissuti negli anni in quei luoghi a me familiari.
Grande il dolore per ciò che vedevo e per ciò che avevamo irrimediabilmente perso.
In questa mia opera ho voluto mettere in risalto la drammatica convivenza con questi fenomeni atmosferici, sempre più distruttivi di un habitat impoverito di risorse difensive.






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