Montagna ferita 17

“Montagna ferita”

È il titolo di questa serie di quadri, ma è altresì la sensazione che provo ogni volta che mi capita di vedere le cave di marmo di Botticino vicino a Brescia.

La montagna, capace di deliziare la vista ma ancor più l’anima di chi la osserva, capace di infondere un senso di pace e di tranquillità che spesso preludono a riflessioni molto profonde che abbracciano la sfera dell’umano ma anche quella del divino, e capace altresì di ospitare varie forme di vita, ora non lo è più.

È malata, qualcosa la sta lacerando, scavando, disgregando, la roccia è messa a nudo come le carni di un’animale selvatico assalito dalle fiere, e come avviene per la carne degli animali anche qui si possono distinguere le ferite recenti da quelle sulle quali è passata l’azione del tempo, e guardandola si avverte un senso di distruzione, di degrado, di frattura, di disordine, persino di sofferenza di una parte della natura che, incapace di sottrarsi a ciò che le sta accadendo, subisce.

Tutto ciò è dovuto all’azione dell’uomo.