Exhibitions, Italy, Barletta, 13 October 2012
L’opera di Rosa Didonna è la tecnica del “cloisonné” è una forma d’arte tra le più raffinate e complicate e messa in pratica soltanto da pochi artisti. Da essa ne derivano ampie gamme di colori e toni sgargianti di grande prestigio. Ogni singola celletta deve essere divisa dagli altri componenti con l’utilizzo di un segmento di filo d’oro per impedire al liquido riempito di pigmento in polvere di andare all’interno di altre celle di fusione.
Titolo L’al di là - la vita
La morte, sovrana sulla vita, è l’area temporale di Rosa Didonna. Lo spazio di questa opera intitolata L’al di là - la vita è “sacro”ed è orientato per confrontarsi con la società odierna, visto che la velocità con cui viviamo è uguale alla velocità della morte. Questa visione risponde alla necessità di ottimizzare il proprio tempo , concetto che in latino si esprime con la parola templum. Per Rosa Didonna significa guardare, osservare e meditare.
L’opera è uno spazio terrestre, consacrata alla sacerdotessa nell’arte. Essa è il recinto del santuario del proprio tabernacolo; è il concetto che i corpi sono corruttibili, mentre gli elementi vivono in eterno, così come l’arte.
L’opera L’al di là - la vita è la mistica unità del mondo celeste che si confronta con il mondo terrestre e si congiunge anche al mondo sotterraneo, il reame dei morti. D’altronde la stragrande maggioranza della società è debitrice per lo sviluppo delle forme artistiche e sugli aspetti della nostra vita a carattere funerario: alle pitture, alle
Ma chi è in realtà la Sibilla di Rosa Didonna?
Nella mitologia greca e romana la Sibilla Cumana era una delle più importanti figure profetiche nonché sacerdotessa. Apollo le aveva promesso di esaudire qualunque suo desiderio in cambio del suo amore e della sua verginità. Pertanto la Sibilla gli chiese di poter vivere altrettanti anni quanti erano i granelli di sabbia che poteva tenere nella sua mano.
Questa richiesta fu fatta senza concedere la sua verginità e dimenticando di chiedere il dono dell'eterna giovinezza. La Sibilla con il passare degli anni vedeva pertanto la sua bellezza sfiorire tant’è che il suo corpo deperiva sempre più fino al completo annullamento terreno, conservando la voce della sua anima in eterno.

Rosa Didonna dà vita al mito della Sibilla che rivive materializzandosi nella nostra società grazie ad una delle sue preziose performance “Arte – La mia seconda pelle”.
La sua Arte si avvale di un linguaggio universale che supera le distanze, demolisce le differenze e conferisce a tutti dignità. La sua vita diviene teatro e palcoscenico in cui la soggettività diventa oggettività identificandosi completamente nell’assoluto dello svecchiamento dell’arte.
Nella sua performance Rosa Didonna muta il mito della Sibilla creando un epilogo differente che evidenzierà la pietà divina di Apollo.
Reclusa dalla vergogna e apostrofata da un velo di timidezza la Sibilla trascorreva la sua esistenza nei profondi abissi della terra, lontana dagli occhi di ogni creatura giudicatrice. Poiché il suo corpo ormai invecchiato non le permetterà di liberarsi da tale trappola la sibilla avrà come unica arma di difesa la sua voce. Il suono soave del suo canto arriverà all’orecchio di Apollo che commissionerà il suo messaggero alla ricerca della Sibilla. Una volta trovata la libererà
; Apollo impietosito dello stato in cui la rivede, le concede il dono rigeneratore della giovinezza a cui la Sibilla aveva tanto agognato in tutta la sua esistenza.

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